Approccio teorico
Il modello a cui faccio riferimento si colloca all’interno dell’orientamento psicoanalitico e, nello specifico, nel filone della Psicoanalisi della Relazione.
Si tratta di un percorso di crescita, un "viaggio" verso la scoperta di sé stessi e delle proprie potenzialità in cui si aiuta il paziente a "guardarsi dentro", fornendogli una visuale aggiuntiva.
In breve sintesi, si considera l’essere umano come un “sistema dinamico complesso”, che si sviluppa nella relazione con l'altro ed è in continua interazione con l'ambiente in cui è inserito. In momenti particolarmente critici della vita, può richiudersi su sé stesso sperimentando sofferenza, ansia e, più in generale, un senso di smarrimento.
Si concepisce il sintomo come la manifestazione complessa di un malessere più ampio: lo stesso sintomo potrebbe assumere significati anche estremamente diversi tra loro a seconda della persona e della sua storia di vita. Ciò permette di affrontare il problema comprendendolo sotto diversi aspetti: significato, radici inconsce, ostacoli che ne impediscono la soluzione.
La patologia viene intesa come una "soluzione" che l'individuo ha trovato per "stare in piedi", rispetto al contesto nel quale è cresciuto: è sempre funzionale per vivere bene in quel momento e in quel contesto. Una "soluzione" connotata da rigidità e chiusura, che può essere usata per "proteggersi" e spesso sentita come unica modalità di relazionarsi.
La patologia è l’espressione della rigidità strutturale che porta alla paura di sperimentare l’inevitabile riproporsi del fallimento.
Si sottolinea l'importanza della partecipazione attiva del paziente. La relazione terapeutica viene co-costruita insieme e vi partecipano entrambi i soggetti coinvolti, i quali sono collocati allo stesso livello relazionale: paziente e analista interagiscono entrambi in base a ciò che soggettivamente essi sono.
Tra i primi obiettivi dell'intervento vi è quello di accogliere la sofferenza ed occuparsi della persona nella sua globalità. La mia attività si svolge pertanto nella cornice di un approccio di tipo olistico, ossia un intervento "integrato" in grado di sfruttare i punti di forza di diverse discipline e che concepisce l'essere umano nella sua interezza e che ne considera quindi tutte le sue dimensioni: mentale, fisica-corporea, energetica e spirituale.
L'obiettivo del processo terapeutico è la facilitazione della ripresa del processo evolutivo, l’aumento della capacità di tener conto del proprio mondo interno ed esterno, della presenza a sé stessi, fornendo elementi nuovi ed utili per riorientare la propria traiettoria di vita e per poter modificare i propri stili relazionali.
Dott.ssa Lucia Grassi
Psicologa Psicoterapeuta - Milano
